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giovedì 21 giugno 2007

tortellini a bombay

Tunisi è una città piccola, dove puoi incontrare facilmente le persone che conosci, i membri dell'élite intellettuale e delle comunità straniere, vi è fitta circolazione di persone, e le amicizie nascono e si ramificano come un lussureggiante ventaglio. Tunisi è una città grande, un portale di gente di passaggio, ricercatori da tutto il mondo, studenti africani, arabofili che studiano la fusha al Bourguiba, membri di organizzazioni internazionali, lavoratori in continua dislocazione. I tavoli di caffè e ristoranti sono frontiere puntiformi e mutevoli.
E così, entrando in un ristorante della Goulette, una sera, dove si cucina la pasta al dente, ci trovi di passaggio l'ambasciatore italiano in carica, il suo successore e il segretario politico. E ti siedi al tavolo con un altro addetto dell'ambasciata, che parla con accento romanesco marcato, con una ricercatrice di diritto all'università, con A. e con Max, che si rincontrano qui dopo cinque anni, quando si frequentavano a Bangalore, in India. A., siciliano, costruisce reti cellulari, e dopo aver esaurito l'Italia va in giro per il mondo, su incarichi che gli trova il suo agente. Max ha lavorato per alcuni anni in Tunisia come cuoco, dove si è sposato, poi ha accettato un incarico in India. Ora lavora al ristorante "Olive" di Bombay, una catena di ristoranti italiani di prestigio. E' un po' tarchiato e spettinato Max, il corpo rilasciato con noncuranza,la polo spiegazzata e aperta in modo casuale. Io mi dedico a lui e sto ad ascoltarlo, sollecitandolo con qualche domanda, e lui comincia a raccontare senza fermarsi. A raccontare, con accento romagnolo, del suo ristorante con centocinquanta persone di servizio per servire fino a settecento coperti a sera, della mozzarella prodotta in India, dell'orto in cui fa coltivare ogni varietà di erbe ed insalate, della salsiccia al finocchietto, della pasta fresca prodotta a comando dal suo staff di trenta persone.
Max più che sperimentare predilige solidi piatti e cibi tradizionali ma di qualità impeccabile. Ascolto Max evocare, con ampi ed eloquenti gesti della mano, le cascate di prosciutti (bisogna pensare questa frase con accento romagnolo), gli affettati, la bresaola in quantità copiose, mentre le guance gli si fanno ancora più lucide dal piacere, la fonetica dà il senso dell'abbondanza, il gesto di ruscelli di cibo. Max mi racconta di una festa data dal principe del Rajahstan per centocinquanta persone, a molte delle quali è stato pagato il biglietto aereo, e anche lì inondazioni di prosciutti, come gli si riempie la bocca a dirlo. Sua figlia, mi dice Max, parla italiano e inglese e hindi e tunisino, ed è la prediletta di una delle più note star bollywoodiane, frequentatrici abituali del ristorante "Olive".
Stasera A. celebra la sua ultima sera a Tunisi, domani partirà per l'Argentina. E' uno a cui piacciono le donne, A., le ama tutte o quasi, lo capisci da come ti abbraccia mentre si fa la foto ricordo con te, da come ti pizzica la guancia, pur mentre sta flirtando con la sua ragazza del momento che probabilmente non vedrà più. In macchina, mentre ci riaccompagnano verso l'albergo, la moglie di Max gli dice ridendo, "a te piace trombare", facendomi sussultare perché conosco l'abituale riservatezza delle donne tunisine in pubblico. Un nuovo mondo, penso, è racchiuso in quella donna. Prometto che cercherò di andarli a trovare a Bombay, e mi chiedo quando e dove A. e Max si rincontreranno. Qualche giorno fa ho cercato in rete tracce di Max. Le notizie sul ristorante erano molto succinte, ma poi ho trovato una sua foto, in divisa da chef attorniato dai suoi clienti indiani, ho ricomposto quella parte di mondo in cui ora vive, e mi sono commossa. Ma non troverete in rete la storia di Max, di sua moglie e della sua privilegiata figlia, e dei suoi incontri con A., questa storia incredibile di incroci e traiettorie e cosmopolitismi. Né la troverete nei romanzi indiani imbanditi di agnelli rogan josh, pakora, samosa, palak paneer, pane chapati o naan, goolab jamun. La troverete solo nelle persone come me che l'hanno raccolta, e a me fa piacere raccontarla qui.
(foto: antipasti tunisini di quella sera, di cui non rimangono che codeste vestigia in pixel; musica, indiana of course, Ustad Allah Rakha e Zakir Hussain, poi Ravi Shankar, prediletti tra queste quattro mura).

14 commenti:

Anonimo ha detto...

le storie sono spesso conservate all'interno delle persone. forse perchè quello è il luogo migliore dove possono risiedere e al tempo giusto germogliare.
spalluzza

barbara68 ha detto...

spalluzza cara, si è perso il senso della preziosità delle narrazioni quotidiane, che apportano molta più ricchezza emotiva di tanta cattiva letteratura.
(a proposito approfitto dell'okkasione per passarti un messaggio privato: S. ha trovato un nuovo posto di addetto stampa in una buona casa editrice, per altre vie ti dirò quale :)

Anonimo ha detto...

interessante post...pare che il tortellino sia il transustanziato umbelico di una bella donna...V'è , fra le mie fantasie, quella di finire i miei giorni, magari vetusto, in India; nel caso non mi dispiacerà, per lenir nostalgie, donare il mio incenso a questa sconosciuta beltà ;) :D

barbara68 ha detto...

beh allora il tortellino è finito nel posto giusto, con tutti i begli ombelichi che le donne indiane mettono in mostra....
ma ti prego, se vuoi finire i tuoi giorni in India, non fare alla Houellebeucq che in Piattaforma decideva di andarsene in uno di quegli spiaggioni pieni di occidentali decerebrati ;)

ps: io, ai tortellini, preferisco gli scialatielli, il sangue è sangue...

Anonimo ha detto...

Sono curioso ci vorrei andare ma mi serve una guida.

Borbonico

barbara68 ha detto...

Borbonico, basta che tu vada dal tuo pari principe del Rajahstan e gli chieda di procurartene una ;)

Anonimo ha detto...

Non c'entra niente ma se ti capita di sentire nella metropoli una casa editrice che sia interessata ad un buon libro comico-umoristico io l'ho pronto!!!!!
Ne ho già pubblicati tre con un piccolo editore che purtroppo non ha distribuzione nazionale .... sono rimasto un autore locale locale locale locale

buon fine settimana!

barbara68 ha detto...

carissimo,ne parlerò con il marito e un altro amico che conoscono il panorama editoriale. se vuoi mandami il testo o una parte in modo da capire di che si tratta, ciao :))

barbara68 ha detto...

hai ancora la mia mail? altrimenti mandami la tua attraverso splinder, mirco, ancora ciao :)

Anonimo ha detto...

Urca... non trovo più la tua e-mail!

Anonimo ha detto...

la mia è mircomirco@tele2.it

ciao!

Anonimo ha detto...

Voglio conoscere A. e Max!!!

Anonimo ha detto...

E piadina a bankok.

Borbonico
www.rifondazioneborbonica.splinder.com

barbara68 ha detto...

Meriggio, devi scegliere: Argentina o Bombay? io opterei per la seconda, che dici, andiamo a farci una cenetta da Olive? ;)

borbonico, piadina a phuket, per gli avamposti della della società occidentale che infestano quei paraggi.

film à ne pas rater

  • Come l'ombra, Marina Spada
  • el-Jenna alan, Paradise now, Hany Abu-Assad
  • Il segreto di Esma, Jasmila Zbanic
  • Inland Empire, David Lynch
  • La vita segreta delle parole, Isabelle Coixet
  • Mille miglia lontano, Zhang Ymou
  • Rosetta, Jean-Pierre e Luc Dardenne

letture

  • Amitav Ghosh, circostanze incendiarie, Neri Pozza
  • Aminatta Forna, Le pietre degli avi, Feltrinelli
  • Studio Azzurro. Videoambienti, ambienti sensibili
  • Rick Moody, I rabdomanti, Bompiani
  • Claire Castillon, Veleno, Bompiani
  • Werewere Liking, La memoria amputata, BCD editore
  • Antonio Pascale, La manutenzione degli affetti, Einaudi
  • Simon Ings, Il peso dei numeri, Il Saggiatore

ascolti dalla a alla zebda

  • Aida Nadeem, Out of Baghdad
  • Alessandro Scarlatti, Giovanni Bononcini, "Andate, o miei sospiri"
  • Amine e Hamza M'Rahi, Asfar
  • David Sylvian, Nine horses
  • David Sylvian, tutto
  • Diego Ortiz, Ad Vesperas, Cantar Lontano
  • Domenico Gabrielli, Opera completa per violoncello
  • Emanuela Galli, Gabriele Palomba, Franco Pavan, Languir me fault
  • Eric Truffaz, Mounir Trudi, Face-à-face
  • François Couperin, Leçons de Ténèbres
  • Gianmaria Testa, Extra-muros
  • Henry Purcell, Fantazias, Rose Consort of viols
  • Hildegard von Bingen, Canti estatici
  • J.S. Bach, Soprano Cantatas, Cappella Istropolitana
  • Japan, tutto
  • Marc Antoine Charpentier, Salve Regina
  • Marin Marais, Pièces à deux violes 1686
  • Mario Biondi (essì, Mario Biondi)
  • Paolo Conte, Elegia
  • Ray Lema, Mizila
  • Rose consort of viols, Elizabethan songs and consort music
  • Sonia M'Barek, Tawchih
  • Vengeance du rap tunisien
  • Violent femmes, Violent femmes (purissima goduria)
  • Zebda, Essence ordinaire

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