partecipo al progetto

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venerdì 16 marzo 2007

Entropia


"Sorta di scansafatiche, vuoi andare avanti con la lettura? Sei ancora a metà e lunedì devi consegnare la scheda"!!!

"Ehm, certo manoscritto, lo sai che anche se vado un po' lentina poi alla fine ti finisco in tempo utile..."



"Finire, appunto. Mi hai lasciata a due capitoli dalla fine, sei la solita scoordinata, te lo dice anche la psicoanalista che sei dispersiva, ma quando ti abituerai a finire un libro prima di cominciarne un altro!!!"


"Zazie, je t'aime bien, mais tu sais, avec tout le travail que j'ai à faire, ... j'espère que tu comprendras...."



"Il lavoro, appunto!!! A me mi hai appena cominciata, e mi devi intervistare martedì"





"Angela, querida, certo, hai ragione, ti troverò uno spazietto tra domenica e martedì, perché lunedì ho la lezione per gli infermieri"....



"Già, gli infermieri... e a noi quando ci leggi, mica gli vorrai propinare la stessa sbobba dell'anno scorso, rinnova un pochino il repertorio..."




"Vade retro, voi due, siete rimandati alla prossima settimana, o forse anche al prossimo mese, quindi datevi una calmata..."


"Infatti, carini, ci sono prima io che c'ho la presentazione venerdì, smammate!!"





"Marilyn, non fare la prima donna, ci sono prima io, è da due mesi che mi promette che farà un post sulla maternità mettendomi insieme a Claire Castillon, la precedenza alle mamme"...




"E io che dovrei dire allora? Sono due mesi che sto a prendere polvere sul comodino. Da quanto tempo non leggi un libro sul mondo arabo?"




"You're such a bloody liar!!! Qualche post fa hai detto che mi leggevi un capitolo per volta e ora manco quello...."




"Bastaaaaaaa!!!! Non vi reggo più. Ora vi mollo tutti e me ne vado al supermercato ad osservare la disposizione delle merci negli scaffali. Anzi, sapete cosa vi dico, a Rozzano me ne vado, al Fiordaliso!!!".

"Dacci un taglio carina. Tu senza di noi non sei nessuno. Se non leggessi libri saresti una nullità qualunque. Poi di cosa parli, della scelta di yoghurt dell'ipermercato? Dei premi della raccolta punti? Delle tristi e trite ricette di trota alle mandorle nel newsmagazine per la clientela?"

"Beh, veramente qualcosina la scrivo oltre a leggere..."


"Ma chi vuoi che si fili le quattro cose che hai scritto? Intellettuale dei miei stivali..."



"Te la sei voluta. Volevi lavorare nel mondo della cultura e ora fai l'intellettualprecaria barcamenandoti tra mille cose. Sei condannata a morte. La sentenza verrà scritta sul tuo corpo. Condannata per precarietà".



"No, aiuto, pietà, lo prometto, non leggerò più, non scriverò più un rigo, farò un lavoro socialmente utile, l'operatrice ecologica, l'imbalsamatrice di pelouches, la postina, la badante, tutto quello che volete, ma graziatemi..."

"Oddio, che incubo che ho avuto, ho sognato che qualcuno ce l'aveva con me. Ma cosa sono tutti questi libri ai piedi del letto"????

"Buongiorno, è il tuo ingombrante Superio che ti parla, ricordati che domenica non puoi saltare l'acquagym, che li paghi a fare tutti quei soldi?"



"Shh, che non si sappia troppo in giro, che poi che credibilità ho quando critico le rappresentazioni del corpo femminile?"


"Confessa, donna vanesia, che ti piace avere l'addominale scolpito!!"



"L'ho detto e lo ripeto. Intellettuale dei miei stivali. E poi ti diverti pure con queste cretinate da blog. Se lo sapessero i tuoi colleghi. Meglio dire che fai la pianista in un bordello..."


( Sono riconoscente a MariaStrofa e a Yzma, da cui ho maldestramente tratto ispirazione per lo stile e l'ironia, giocando e divertendomi un po' nella mia stanza tutta per me)

giovedì 15 marzo 2007

Natura morta

Se il nostro occhio è troppo condizionato da una pre-visione di un luogo che pre-vede immagini tipiche o salienti che sono considerate un po' come l' "essenza" del luogo, quello che vi è di più "originale", il rischio è che l'occhio sia troppo selettivo e non colga immagini significative. Si ripetono così in un eterno circolo vizioso gli stessi tipi di immagine senza scoprire nulla di nuovo. L'occhio si deve dunque allontanare da ciò che è noto e scontato per guardare altrove, negli aspetti apparentemente più umili e misconosciuti. Così si può riconoscere al luogo una sorta di universalità estetica, rifiutandosi di categorizzarlo e cogliendo immagini che potrebbero essere ovunque. Eppure queste immagini parlano di qualcosa. Ancora una volta parlano di una cultura materiale, di modi di disporre gli oggetti, di slittamento dei confini tra ordine e disordine. Nel fare alcune fotografie, che poi questo mio intento sia riuscito e meno non lo so, ho cercato di ritagliare forme dal colore, mettendo questo al primo posto. Credo che una mia fonte di ispirazione sia stata Le storie di Matisse di Antonia Byatt. Ho cercato di rendere in colore quanto lei evocava con parole.

martedì 13 marzo 2007

oh come vorrei...


Mi piacerebbe parlare dell'ultimo romanzo di Rick Moody, The Diviners. I rabdomanti, che mi sta piacendo tantissimo. Ma tra un manoscritto da schedare, un'intervista da preparare e alcuni libri sulla relazione medico-paziente che mi terranno compagnia per un paio di settimane, sto andando avanti al ritmo di un capitolo al giorno, e sono ancora a metà dell'opera, dopo aver fatto una lettura rapida, per assaporarlo mot-à-mot. Una sommaria idea ce la si può fare leggendo qui.
Per il resto, che dire? Moody, che qui per me è alla sua opera più matura, è abilissimo ventriloquo, capace di creare il linguaggio dei personaggi più disparati. In più, crea un effetto surreale utilizzando diversi stili formali, ad esempio il linguaggio dell'analisi linguistica, della fisica, quello dello yoga etc., per parlare di tutt'altro. A me che sono affascinata dall'osservazione dei Mc Donald's, le parti che piacciono di più sono le lunghissime disquisizioni sui donuts.

lunedì 12 marzo 2007

menu domenicale e contorno musicale # 2


Il piatto di oggi, unico, robusto, sostanzioso e quasi da indigestione, consiste in un polpettone indiano alla melassa con contorno di canzoncine bollywoodiane.
Ero andata all'Oberdan con l'intenzione di fare una maratona cinematografica. Il primo film avrebbe dovuto essere Jism, ovvero Il corpo, di Amit Saxena, storia dostojewskiana di un alcoolista che intreccia una relazione con la casalinga Sonia, che lo porterà ad ucciderne il marito. Almeno, questo è quello che dicono i curatori di "Sguardi altrove". Perché io quel film non l'ho mai visto. Sono entrata con una mezzoretta di ritardo in sala, merci Dieu, per assistere alla sciropposa storia, di cui non so nemmeno il titolo, tra il musicista Vikram e la giovine e talentuosa Tina, che fa la barista ma è dotata di una voce eccezionale. Vikram la accoglie magnanimamente nella sua scuola di musica perché scorge in lei l'interprete ideale delle sue canzoni. Ma quando Tina dimostra con sorprendente velocità di essere anche un'ottima compositrice al buon Vikram la cosa non sta proprio bene. Così le ruba la canzone e la umilia in pubblico. La poveretta, che è cristiana, si rifugia in un convento decisa a non cantare più perché ha deluso il suo maestro e a farsi suora. Ma lui tra balletti e canzoni la convince a rientrare in scena e le regala una serata tutta per lei dalla quale Tina uscirà trionfante. E decide, moralisticamente, di rinunciare per sempre al suo amore e di diventare un buon maestro, mettendo in ombra la sua creatività a esclusivo beneficio di quella degli allievi. Stremata da due ore di cotale stile, ho appena iniziato a vedere Paap. Una giovane pastorella del Ladakh, regione himalayana, vestita di sgargianti sete e ornata di chili di turchesi, riceve chissà perché da un lama l'incarico di andare a prendere in consegna a Delhi un bambino che è la reincarnazione di un maestro defunto. La ragazza esegue il compito, ma il bambino assiste nelle toilettes dell'aeroporto ad un efferato omicidio, e decide coraggiosamente con la consapevolezza da reincarnato qual'é di testimoniare. A questo punto ritenevo di aver visto il meglio dei film, vale a dire scorci di magnifico paesaggio del Ladakh, e ho deciso di andare. Anche il relativismo culturale ha i suoi limiti fisici. Mentre uscivo da una porta, scena quasi da film, entrava dall'altra un amico che non vedevo da tempo, e che mi ha raccontato del suo recente viaggio a Bangalore mentre passeggiavamo per Corso Buenos Aires. Le coincidenze della vita a volte sono veramente sorprendenti. Sosta di una settimana per riprendere fiato in vista del festival del cinema africano.

film à ne pas rater

  • Come l'ombra, Marina Spada
  • el-Jenna alan, Paradise now, Hany Abu-Assad
  • Il segreto di Esma, Jasmila Zbanic
  • Inland Empire, David Lynch
  • La vita segreta delle parole, Isabelle Coixet
  • Mille miglia lontano, Zhang Ymou
  • Rosetta, Jean-Pierre e Luc Dardenne

letture

  • Amitav Ghosh, circostanze incendiarie, Neri Pozza
  • Aminatta Forna, Le pietre degli avi, Feltrinelli
  • Studio Azzurro. Videoambienti, ambienti sensibili
  • Rick Moody, I rabdomanti, Bompiani
  • Claire Castillon, Veleno, Bompiani
  • Werewere Liking, La memoria amputata, BCD editore
  • Antonio Pascale, La manutenzione degli affetti, Einaudi
  • Simon Ings, Il peso dei numeri, Il Saggiatore

ascolti dalla a alla zebda

  • Aida Nadeem, Out of Baghdad
  • Alessandro Scarlatti, Giovanni Bononcini, "Andate, o miei sospiri"
  • Amine e Hamza M'Rahi, Asfar
  • David Sylvian, Nine horses
  • David Sylvian, tutto
  • Diego Ortiz, Ad Vesperas, Cantar Lontano
  • Domenico Gabrielli, Opera completa per violoncello
  • Emanuela Galli, Gabriele Palomba, Franco Pavan, Languir me fault
  • Eric Truffaz, Mounir Trudi, Face-à-face
  • François Couperin, Leçons de Ténèbres
  • Gianmaria Testa, Extra-muros
  • Henry Purcell, Fantazias, Rose Consort of viols
  • Hildegard von Bingen, Canti estatici
  • J.S. Bach, Soprano Cantatas, Cappella Istropolitana
  • Japan, tutto
  • Marc Antoine Charpentier, Salve Regina
  • Marin Marais, Pièces à deux violes 1686
  • Mario Biondi (essì, Mario Biondi)
  • Paolo Conte, Elegia
  • Ray Lema, Mizila
  • Rose consort of viols, Elizabethan songs and consort music
  • Sonia M'Barek, Tawchih
  • Vengeance du rap tunisien
  • Violent femmes, Violent femmes (purissima goduria)
  • Zebda, Essence ordinaire

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