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giovedì 5 luglio 2007

carne e sangue




L'estate scorsa, ero a Tunisi, occupando temporaneamente la camera di R., che era tornato a New York per qualche settimana. Ascolti dissonanti in quella camera luminosa, in un palazzo coloniale che quasi affacciava su Bab Bhar, e che dava su una delle entrate del Mercato centrale, dove era bello andare a fare la spesa tra cumuli di frutta e verdura ordinatamente raggruppati e impilati in macchie di colore, il rosso e il verde dominanti: "'Atini kilu tumatim, u nuss kilu felfel, mush barsha har, min fadlik. 'Atini dellea', atini kilu 'aineb...". Ascoltavo, dicevo, "Cantà" di Enzo Moscato, "Nine horses" di David Sylvian, le cui note nostalgiche, di rimpianto, di un passato che non tornerà mai, di un presente che ben presto sarà passato, ben si adattavano con la mia temperie interiore, in pomeriggi assolati protetti dall'aria condizionata, il balcone chiuso per sbarrare la via ai densi odori dell'oleificio che dava sul cortile interno, e dall'altro lato, dal balcone che affacciava sulla strada, il brusio incessante del passaggio continuo di persone, le grida di venditori di strada che mi affascinavano, cantilenando merci e prezzi da poco. Andavamo a Cartagine, mangiavamo pesce, comprato fresco la mattina, o la sera, sul ristorante accanto la spiaggia.
Quando N. mi chiama e mi propone di andare con lei a Kerkenah da sua cugina. Si mette i guanti bianchi per proteggersi la pelle, e partiamo. Sulla strada dell'andata e del ritorno, in direzione di el Jem, sostiamo per mangiare, in un posto dove servono 'alloush mashoui, agnello grigliato, e vendono carne, sotto un sole cocente e una tenda rossa. In Tunisia si fa spesso così, scegli la carne o il pesce che vuoi, ne paghi il peso, poi te lo cucinano. Sono un'ex vegetariana, provo spesso rigetto per la carne, e soprattutto non mangio quasi mai agnello, troppa pena, e la vista della carne nelle macellerie mi respinge con la sua crudezza, il suo odore di vita ancora quasi palpitante trasformata in pura carne, in disfacimento. Ma lì è avvenuta una metamorfosi temporanea. Gustavo avidamente le costolette che bruciavano le dita, alternando la carne con bocconi di fresca insalata tunisina colta con il pane e un dito, pomodori, cipolle e cetrioli tagliati in pezzetti finissimi, assaisonnée con un olio dal sapore forte. Ed ero allo stesso modo inebriata dalla vista di tutta quella carne che ancora sussultava, agnelli appena uccisi che venivano portati dal retro e spezzettati in macelleria, venduti in buste trasparenti, e mi sembrava che tutto, tutto palpitasse e si muovesse. Il rosso, il calore, la carne, tutto si componeva, tutto si accordava, ed è in questa sorta di stato di trance, di concentrazione e compenetrazione in tutto questo, che ho scattato le foto, affascinata dalla scena, o forse è stato lo sguardo influenzato dalla macchina fotografica a farmi concentrare così, pervasa dall'odore di carne fresca e bruciata, avvolta dal calore avvampante, nel rosso.

martedì 3 luglio 2007

il pensiero come una casa

Mentre mi concedo un'insalatina con aceto di riso, chèvre, pane di segale, marmellata al limone e coriandolo, leggo questo articolo di Nadia Fusini, "Cosa faceva Freud alle donne", uscito il 28 giugno su Repubblica. Dove si parla di un libro di Lisa Appignanesi e John Forrester, Sigmund Freud e le sue donne, La Tartaruga, in cui si tratta in modo piuttosto concreto, sembra, dei rapporti tra Freud e le sue prime amiche e allieve, tra cui la figlia Anna. Dei legami intellettuali e affettivi forti, ma anche di filiazione/potere, di Freud con Sabine Spielrein, Helene Deutsch, a cui il fondatore della psicoanalisi invia dopo pochi mesi di analisi casi complessi, Lou Andreas Salomé dalle molte relazioni sentimentali tra cui quella con Nietzsche, delle pazienti con cui Freud instaura legami di rapida amicizia. Anna Freud che si lega ad una ereditiera americana, prende in tutti i sensi in cura i figli di lei, con esiti funesti.
Tuttavia Nadia Fusini spinge a guardare a queste donne, "un insieme di creature tutte molto interessanti, "nel pensiero, nel modo libero, in cui, con Freud e dopo Freud, continueranno a lavorare...", cercando di sfondare il muro di silenzio che circonda il sesso, di liberare le persone dalla repressione. Ideale svanito, tira amaramente le fila Fusini, nel "vantaggio del piacere conformista".
Ma proprio a ragione di questo, tantopiù queste donne costituiscono un modello esemplare, vite nel cui significato, pensiero, nelle azioni immergersi: " (...) Meditare sulla vita di eroine che si sono battute a ragione o a torto per liberare la verità del sesso fa bene alla salute mentale. specie per chi non ha altri altari su cui pregare". E conclude: "In più, tutte queste donne manifestano un modo di relazione all'altro esemplare per attenzione, amicizia, ascolto. Sì, tutte le donne di Freud, avendo intrapreso la strada della psicoanalisi come professione e missione, nel pensiero e nell'atto testimoniano che si potrebbe arrivare a pensare al mondo come a una casa. E al pensiero medesimo come una terapia contro lo sradicamento e la perdita di mondo. Che sia questo essere donne? Freudiane, o meno ?"

film à ne pas rater

  • Come l'ombra, Marina Spada
  • el-Jenna alan, Paradise now, Hany Abu-Assad
  • Il segreto di Esma, Jasmila Zbanic
  • Inland Empire, David Lynch
  • La vita segreta delle parole, Isabelle Coixet
  • Mille miglia lontano, Zhang Ymou
  • Rosetta, Jean-Pierre e Luc Dardenne

letture

  • Amitav Ghosh, circostanze incendiarie, Neri Pozza
  • Aminatta Forna, Le pietre degli avi, Feltrinelli
  • Studio Azzurro. Videoambienti, ambienti sensibili
  • Rick Moody, I rabdomanti, Bompiani
  • Claire Castillon, Veleno, Bompiani
  • Werewere Liking, La memoria amputata, BCD editore
  • Antonio Pascale, La manutenzione degli affetti, Einaudi
  • Simon Ings, Il peso dei numeri, Il Saggiatore

ascolti dalla a alla zebda

  • Aida Nadeem, Out of Baghdad
  • Alessandro Scarlatti, Giovanni Bononcini, "Andate, o miei sospiri"
  • Amine e Hamza M'Rahi, Asfar
  • David Sylvian, Nine horses
  • David Sylvian, tutto
  • Diego Ortiz, Ad Vesperas, Cantar Lontano
  • Domenico Gabrielli, Opera completa per violoncello
  • Emanuela Galli, Gabriele Palomba, Franco Pavan, Languir me fault
  • Eric Truffaz, Mounir Trudi, Face-à-face
  • François Couperin, Leçons de Ténèbres
  • Gianmaria Testa, Extra-muros
  • Henry Purcell, Fantazias, Rose Consort of viols
  • Hildegard von Bingen, Canti estatici
  • J.S. Bach, Soprano Cantatas, Cappella Istropolitana
  • Japan, tutto
  • Marc Antoine Charpentier, Salve Regina
  • Marin Marais, Pièces à deux violes 1686
  • Mario Biondi (essì, Mario Biondi)
  • Paolo Conte, Elegia
  • Ray Lema, Mizila
  • Rose consort of viols, Elizabethan songs and consort music
  • Sonia M'Barek, Tawchih
  • Vengeance du rap tunisien
  • Violent femmes, Violent femmes (purissima goduria)
  • Zebda, Essence ordinaire

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