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giovedì 23 agosto 2007

pictures from Tunisia






Quest'anno non avevo molta voglia di scattare foto. La cosa mi suscitava una certa perplessità e apprensione, fin quando non sono andata a fare una gita in barca al largo di Biserta, in un battello coloratissimo. Dopo, ho ripensato allo stato di attenzione asoluta che mi aveva colto nel fotografare, concentrata sulle immagini che vedevo ancor prima di scattare, e che volevo ottenere, dimentica del tempo che scorreva e delle persone che si muovevano accanto a me, come in una bolla spazio temporale. E mi sono detta che l'ispirazione, quando deve arrivare, arriva, e che ansie e perplessità sono inutili.
Sulla barca, rappresentanti di una Tunisia occidentalizzata, fatta di quelle poche persone che fanno immersione subacquea. Khaled, il capitano, capelli biondi e fluenti, gli occhi azzurri, uno dei pochi tunisini che abbia visto indossare uno slip come costume da bagno invece dei consueti calzoncini, e che a fine giornata stanerà una cernia di quindici chili. Murad, che conduce le immersioni, alto, magro, capelli ricci dalle ciocche bionde e di media lunghezza (quasi tutti i tunisini li portano tagliati a spazzola e cortissimi), che ci racconta in maniera disinvolta delle sue avventure amorose, una ragazza a sera. Una serie di donne che sembrano habituées della barca, dalla pelle bianchissima, tutte in grado di pagare i 60 dinari che servono per il giro più l'immersione, quasi quaranta euro. Qualche francese venuto con amici tunisini, o che vive e lavora in Tunisia, e magari dopo anni non ha ancora imparato una sola parola di tunisino. E Michele, mezzo tedesco, che si è aperto una fabbrica di confezioni tessili, società esentata dalle tasse per quattro anni (poi si cambia nome e ricomincia tutto daccapo), con un socio di maggioranza tunisino come è previsto dalla legge, e milleseicento operai, due o tre case in vari luoghi della Tunisia e due domestiche. E una settimana dopo vado da una mia amica a Sfax, che fa un dottorato in storia dell'alimentazione. Tutte le donne della sua famiglia hanno indossato il velo, cominciano a non mandare più le figlie a scuola. Lei è l'unica a non coprirsi la testa, e le vicine vanno dai parenti e la criticano. E lei non mangia. Per fortuna da settembre sarà a Tunisi. Una nipote disegna abiti in accordo con questa visione dell'Islam e li confeziona per le conoscenti. La casa non ha acqua potabile, a terra il cemento nudo lascia intravedere i cavi dell'elettricità, vi si accede per strade sterrate, come sempre accade in quartieri come questi, dalle case autocostruite. Il cognato è mezzadro, non ha nemmeno un'auto per trasportare i prodotti che coltiva. Suo fratello, una laurea in letteratura araba, munge mucche in mancanza d'altro. Passo una scheda telefonica da cinque dinari (più cinque di bonus) a Fetr, che si illumina e mi ringrazia calorosamente mandandomi un bacio. Poi ci dice, ridendo, l'anno prossimo venite a stare qui, che invece di spendere i soldi in albergo li date a noi. La nipote le chiede di passarle una parte del credito per poter chiamare il fidanzato. Anni luce da Cartagine Dermech, con uno scintillante Monoprix, ristoranti costosi, un caffé sulla cui boiserie risaltano immagini di caffettiere moka e tazze di cappuccino, con scritte in italiano, residenza di molte coppie miste, dalle ville che possono costare quattromila dinari al mese di affitto.

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe scrivere dello sguardo dell' antropologa, osservarla osservare...trovo obiettività nel tuo descrivere questa realtà variegata e avverto, bello!, coinvolgimento (indispensabile). Belle e veridiche foto. :)) d

barbara68 ha detto...

bentornato in queste latitudini :))
più che osservare interagisco, persona tra le persone con tutte le possibili incertezze e timori, e con effetti talora tragicomici, ... la riflessione viene dopo, anche se è vero che è come se mi sdoppiassi in due sempre, una parte di me osserva sempre un po' da lontano, elabora e processa...
Il racconto, ho voluto lasciarlo libero da interpretazioni, ma il come e cosa raccontare non è già interpretazione, e presa di posizione?

Anonimo ha detto...

Quella rossa nel piatto e' la famosa salsina piccante tipica? :)

barbara68 ha detto...

ciao christian, piccante lo è eccome, è harissa, esplosivo miscuglio di peperoncino, aglio, spezie varie, che i tunisini mettono ovunque, questa era fatta dal cuoco, che era proprio bravo :)

Anonimo ha detto...

ah ecco, si', harissa! l'ho assaggiata diverse volte e mi piace tantissimo perche' e' piccanta ma anche con un sapore buonissimo! :)

Anonimo ha detto...

interessante descrizione, belle foto (peccato che io non digerisca le melanzane)

barbara68 ha detto...

ma tu dove sei di stanza, perché ne ho ancora un vasetto di quella buona, magari la serbo per la prossima cena interbloggeristica... ;)

barbara68 ha detto...

aitan, basta mangiarle con gli occhi, mentre i vostri commenti mi aiutano a digerire la malinconia da ritorno, peccato non ci si sia visti... :)

CalMaFdd ha detto...

La prima e poi quella con le orme dei piedi. bellassài :)

barbara68 ha detto...

grassie calma, anche se il proprietario dei piedi credo fosse un po' sconcertato mentre fotografavo le sue orme... :)

Anonimo ha detto...

"E mi sono detta che l'ispirazione, quando deve arrivare, arriva, e che ansie e perplessità sono inutili."

Sacrosante parole!

Ciao Barbara, bentornata!
Le tue foto sono bellissime
Oy

barbara68 ha detto...

Oy grazie, spero proprio che siano belle immagini, perché le ho messe qui per gli amici. :)
l'ispirazione è il frutto della vigile attenzione della mente, bisogna attendere serenamente che arrivi al momento opportuno no? :)

Anonimo ha detto...

Ciao, bentornata :-)

barbara68 ha detto...

ciao Ilaria, bentornata anche a te, a presto! :)

Anonimo ha detto...

Ciao Barbara e ben tornata...
In questi giorni sto scrivendo per il teatro e ho poco tempo per leggere gli amici dei blog ma ho tutto il tempo per lasciarti un salutone!!!!!!

ciao!

barbara68 ha detto...

Mirco, mi fa molto piacere che stai scrivendo per il teatro, leggere gli altri, su pixel o carta, non deve essere mai sentito come un dovere, per quanto le cose possano essere interessanti (e non parlo di me:), semplicemente le cose da fare e leggere sono tante, e la relazione per me deve essere libera e serena. Pensa che i miei articoli non se li legge nemmeno mio marito... :(
buon lavoro!!! :))

Anonimo ha detto...

Belle le immagini e quello che scrivi... Complimenti Giulia

barbara68 ha detto...

grazie Giulia, troppo gentile, mi fa piacere rivederti in questi paraggi :)

Anonimo ha detto...

Post e foto al bacio.
Raffinato ed essenziale
Ciao, a presto. :-)
Meriggio

barbara68 ha detto...

grazie tante, Meriggio, tantopiù che ti eri già sorbita il racconto in diretta, a presto!! :))

Anonimo ha detto...

E mi sono detta che l'ispirazione, quando deve arrivare, arriva, e che ansie e perplessità sono inutili.

sì, è così, anche per tante scelte
baci
Yz

barbara68 ha detto...

sì Yzma, l'inconscio sa molte cose, e sfrondate dalle ubbie della nostra percezione conscia.besos

film à ne pas rater

  • Come l'ombra, Marina Spada
  • el-Jenna alan, Paradise now, Hany Abu-Assad
  • Il segreto di Esma, Jasmila Zbanic
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  • La vita segreta delle parole, Isabelle Coixet
  • Mille miglia lontano, Zhang Ymou
  • Rosetta, Jean-Pierre e Luc Dardenne

letture

  • Amitav Ghosh, circostanze incendiarie, Neri Pozza
  • Aminatta Forna, Le pietre degli avi, Feltrinelli
  • Studio Azzurro. Videoambienti, ambienti sensibili
  • Rick Moody, I rabdomanti, Bompiani
  • Claire Castillon, Veleno, Bompiani
  • Werewere Liking, La memoria amputata, BCD editore
  • Antonio Pascale, La manutenzione degli affetti, Einaudi
  • Simon Ings, Il peso dei numeri, Il Saggiatore

ascolti dalla a alla zebda

  • Aida Nadeem, Out of Baghdad
  • Alessandro Scarlatti, Giovanni Bononcini, "Andate, o miei sospiri"
  • Amine e Hamza M'Rahi, Asfar
  • David Sylvian, Nine horses
  • David Sylvian, tutto
  • Diego Ortiz, Ad Vesperas, Cantar Lontano
  • Domenico Gabrielli, Opera completa per violoncello
  • Emanuela Galli, Gabriele Palomba, Franco Pavan, Languir me fault
  • Eric Truffaz, Mounir Trudi, Face-à-face
  • François Couperin, Leçons de Ténèbres
  • Gianmaria Testa, Extra-muros
  • Henry Purcell, Fantazias, Rose Consort of viols
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  • J.S. Bach, Soprano Cantatas, Cappella Istropolitana
  • Japan, tutto
  • Marc Antoine Charpentier, Salve Regina
  • Marin Marais, Pièces à deux violes 1686
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  • Paolo Conte, Elegia
  • Ray Lema, Mizila
  • Rose consort of viols, Elizabethan songs and consort music
  • Sonia M'Barek, Tawchih
  • Vengeance du rap tunisien
  • Violent femmes, Violent femmes (purissima goduria)
  • Zebda, Essence ordinaire

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