Esotismi contemporanei
Quest'estate ho portato con me tra gli altri libri questo di cui si vede la copertina a lato, pensando mi aiutasse a capire meglio la zona in cui andavo a soggiornare, dal momento che vi era inserito un articolo sui pescatori di Mahdyia. Taccio titolo del saggio e autore, che mi ha lasciata, se si vuole usare un eufemismo, perplessa, e anche giudizi a parte quello incluso nel titolo, limitandomi a mettere qui un florilegio di frasi a volta accompagnate da un commentino tra parentesi.
L'autore racconta innanzitutto che il pullman ha scaricato il gruppo di ricerca in un hotel, "tipologia villaggio turistico sul mare, secondo un modello universalmente omologato". "Nel periodo che siamo rimasti a Mahdia, uscivamo da un non luogo per tuffarci in quell'universo signififcante che è il luogo Mahdia, per ritornare nel non luogo. Questo esserci e non esserci è forse stata la modalità di interazione che ci ha fatto sentire meglio lo spessore antropologico della realtà che andavamo osservando(in che senso? dov'é l'argomentazione epistemica? a parte il fatto che secondo me il 95% delle persone non si sono mai lette la definizione di nonluogo di Augé e infatti lo usano come il prezzemolo, e che immagino ci fosse del personale locale nell'albergo, ma poi, l'asserzione è provata da quanto segue). Segue il paragrafo "l'incantamento del mondo". Il nostro autore va in una casa di donne con l'interprete. "Le donne chiacchieravano e scherzavano tra loro. Io non capivo, ma in questo chiacchiericcio incomprensibile, sentivo di star bene, a mio agio, in un'atmosfera così intima, fatta di complicità e gaiezza femminili. Un'atmosfera che mi dava un grande senso di serenità e sicurezza (ma l'interprete dov'era? e poi bisogna andare a Mahdia per sentire un'atmosfera di solidarietà femminile? infine, per esperienza, si può dire qualsiasi cosa in tunisino (insulti, commenti su come si spenna il pollo e altre amenità), mentre si proferiscono le più cortesi espressioni francesi). Poi il nostro partecipa ad un matrimonio dove gli sposi vestono all'occidentale ma perché "tendono a conformarsi, proprio per sottolineare l'appartenenza di classe, alla media borghesia occidentale" (ora, già dal 1700 le élites turche impiegavano materiali e stilemi architettonici italiani perché gli piacevano, e molte famiglie hanno alle spalle tre generazioni di matrimoni occidentali, e casomai è il contrario, il ritorno all'islamismo è spesso causato da condizioni di vita materiale molto misera, ma andiamo oltre). "Attorno a un grande tavolo sono sedute giovani donne (sono separate dagli uomini e per questo penso che siano nubili)" (bastava chiedere: nelle circoncisioni e nei matrimoni molto spesso per tradizione i sessi sono separati, se si prova a cambiare settore il minimo che succede è esere presi in giro).Ad un certo momento "le giovani esprimono il loro entusiasmo, lanciando grida acute e cadenzate (effetto ottenuto battendo la lingua sul palato), dirompenti (bella scoperta: si chiama youyou, ed è noto dall'epoca coloniale, almeno). Quella che segue è veramente una perla. "Un grido che esprime la forza di un universo incontaminato, magico, quello femminile, unico e assoluto in un mondo in cui la differenza di genere ha uno spaziotempo inconfondibile". (???? e poi, spaziotempo come se piovesse) "Una giovane del gruppo si alza, va su una piccola pedana di fronte agli sposi, inondati da un fascio di luce abbagliante, e danza. (...) Gli uomini sono lì attoniti, sommersi da quel grido che scava dentro (a chi?), affascinati da quella figura in movimento (la danza è sempre espressione di abilità compartecipata, anche quando a ballare sono uomini e bambine di quattro anni), espressione di un mistero pieno di grazia che non appartiene loro (ed è per questo che spesso nelle feste ci sono inversioni di genere, con uomini che si abbigliano e ballano perfettamente come donne, con frenetici ancheggiamenti etc). "Mi allontano, confusa e inebriata". L'ultima frase notevole è quella relativa ad un pescatore che il nostro autore scorge con un'espressione "vaga, lontana, sognante". Il pescatore in questione racconta del suo deludente ritorno a Mahdia dopo anni passati in Sicilia, dal momento che ha perduto il capitale reinvestito e dovuto smettere di fare il pescatore. Ma, nonostante le affermazioni di prima mano di Salah, il nostro autore conclude "Socchiude gli occhi, avvolti dal fumo che sale dalla sua pipa e, nel pulviscolo del sole che se ne va, torna con la mente in alto mare. Tra tonni e sardine, insieme ai suoi compagni, rivive la buona e cattiva sorte del pescatore. Così, Salah/Salvatore, della vita, ne ritrova il senso"...Mi sa che l'autore, dal nonluogo, cioé secondo la definizione di sito di non relazione, nonmemoria, nonidentità non ne sia mai uscito, troppo preso a registrare l'effetto romantico di un paesaggio muto, tacitato per far posto ad impressioni soggettive, quelle sì, molto confuse (alla fine il giudizio mi è scappato...).
20 commenti:
Buondì Barbara... sei già qui sul web, eh? Non ho ancora letto questo post, ma sarà sicuramente interessantissimo... son passato solo per augurarti un buon mattino. Poi torno e leggerò con calma... adesso devo andare dal dentista... sigh! Abbraccio, Oy
Oyrad, dopo aver fatto colazione con calma ed aver letto un po' di Mehdi Charef... :) buon dentista, mi sa che prima o poi ci finirò anche io anche se cerco di rimandare a divinis... oiccarbba anche a te!! :))
Avevo scritto un commento articolato ma me l'ha fregato la caduta della connessione
Ci rinuncio
Ciao|
che peccato, mi avrebbe fatto piacere leggerlo :(
Semba decisamente un incauto acquisto questo libro:-)
Maestrina dalla penna rossa (Bea)
Bea, fortunatamente l'ho avuto in omaggio... ma tra gli altri saggi ve ne sono di interessanti, soprattutto uno di un ricercatore tunisino che spiega il rapporto ambivalente dei tunisini con la Francia :)
parlare ore ed ore con un pescatore(e guidare a fari spenti nella nebbia...).Il libro l' ha scritto Mogol! o un suo amico. : D
E se fossero stati Fiorella Mannoia e Pierangelo Bertoli???
Da quello che riporti hai fatto più che bene a lasciartelo scappare il giudizio (peraltro blando, blando assai)
Aitan, ho cercato di confinare il mio giudizio in un linguaggio analitico e dimostrativo, anche in quel senso ci sarebbe stato altro da dire, ma avevo già scritto tanto...
io penso semptre al buon Edward Said quando leggo certe sconcezze
Su suggerimento del consorte ho tolto orientalismi dal titolo perché in effetti non mi sembra di poter parlare di discorso focaultiano nel senso inteso da Said. C'è del cronotopo idilliaco bachtiniano, a mio avviso. Tu che ne dici, aitan?
eh eh eh
certi antropologi sono esilaranti, io ne ho conosciuto uno del Nor; veniva quaggiù a studiare le lotte di fuochi d'artificio tra durante le feste patronali tra i rione di un paesino dell'entroterra, ma epistemologicamente la sua analisi era concentrata prevalenteme sul modello universalmente omologatote del culo del studentesse.
eh eh eh
paese che vai usanze che trovi...
farolit, non per difendere la categoria, trattasi nel caso di sociologa delle relazioni etniche. per il resto, a parte che anche io conosco direttamente un paio di epistemologie del tipo che citi tu, ma credo che i "locali" spesso si fanno grasse risate su chi arriva a studiarli. E proprio perché qui in rete tutto ciò che si dice è pubblico, mi viene da riflettere su quanto non detto ci sia sulle pratiche del campo.
gli hai fatto pelo e contropelo, eh, eheheh ;-)
baci
Yz
Yzma, a me non piace usare il blog come luogo di prese di posizione personali, cerco di mantenere per quanto posso una visione distanziata e analitica delle cose, ma questo saggio mi ha fatta veramente sobbalzare.Ogni tanto bisogna pure avere il coraggio di prendere posizione in modo deciso, Graziebaci :)
questa inizaitiva è assai lodevole
bontassua, melpunk.... (inchino..)
Pienamente d'accordo, barbara, con te col consorte e con Bachtin, ma qualcuno diceva che peggio del razzista Jim Crow c'era solo Crow Jim con la sua esaltazione acritica dell'altro da sé... a volte gli idilli fanno più danni delle offese
aitan, sono d'accordo con te perché chi ha scritto questo testo è un docente universitario, e se penso che questa roba viene assegnata nei corsi e letta...
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