Voglio una vita ozpetekiana
E venne anche per me il momento di andare a vedere "Saturno contro". Se le "Fate ignoranti" costituiva una sorta di vellutato guanto, lanciato in modo molto delicato, contro il modello borghese di coppia eterosessuale come ideale normativo sociale, mostrando che c'era tutto un altro mondo nascosto e brulicante, ed era attraverso gli occhi di Margherita Buy che lo spettatore lo scopriva, mi piace che in "Saturno contro" il gruppo di amici costituito da persone di tendenze sessuali diverse venga oramai taken for granted. A parte il fatto che il film è visivamente bello e che ci sono delle magnifiche cucine oltre che Stefano Accorsi, mi piace l'incastrarsi di diversi mondi tra loro, incontri che non sono mai scontri tra persone pur diverse, ma reciproche aperture e coinvolgimenti e accettazioni e fertili innesti. E il lutto è il lutto ovunque e comunque, fenomeno universale che è cosa buona e giusta saperlo raccontare coinvolgendo catarticamente gli spettatori.
Forse i dialoghi non saranno sempre realistici, ma sono icastici e surreali, dicono tanto e li amo molto, l'invenzione linguistica è altrettanto buona e santa della ricerca di una resa realistica. Mi rivedrò il film per segnarmi alcune battute che ho amato particolarmente ma non ho avuto il tempo di mandare a memoria. Mi piace quando Ennio Fantastichini parla con la svampita matrigna di Lorenzo che gli chiede: "E' anche lei uno di quelli, cioé, un gay?" No, risponde lui, ah, fa eco lei. "Sono un frocio, sono all'antica", conclude Fantastichini. Che poi qualcuno ha commentato che Fantastichini non impersonerebbe abbastanza bene un gay, perché, un gay com'è, ha segni di riconoscimento speciale? Il film solleva anche il problema delle coppie di fatto, uno scandalo per quanto mi riguarda, che rende di fatto inattuata l'eguaglianza dei diritti di cittadinanza. E rimanda al problema doloroso dei rapporti tra figli gay e genitori che vivono la situazione come un'onta sociale e personale.
Su un'unica cosa non sono d'accordo, sul fatto che gli amici rappresentino uno zoccolo duro sempre rassicurante proprio per il suo essere sempre uguale, come la frase che apre e chiude il film afferma. Essere amici è vedersi e raccontarsi e sostenersi nel proprio reciproco divenire. Cosa che d'altra parte i personaggi fanno nel film. Caso ha voluto che ad andare a vedere questo film fossimo in tre coppie, ognuna diversa dall'altra per composizione. Tutti abbiamo concordato che se il film è bello è merito dell'ottima direzione del regista più che dei contributi dei singoli attori.
Per la cronaca, qualche anno fa ho cominciato a sentire come un limite il fatto di frequentare solo eterosessuali, mi sembrava non corrispondesse al mondo reale in cui vivevo. Poi le cose si sono modificate, un po' per i casi della vita, un po' perché me le sono cercate. Sabato scorso ero in un locale milanese frequentato soprattutto da donne, l'indomani ad intervistare una famiglia egiziana che vive in uno degli appartamenti messi a disposizione da una chiesa. Attraversare mondi, e connettere, semplicemente connettere, come dice Margaret in Casa Howard di Edward Morgan Forster. Eppure troppo spesso ancora i mondi sono separati, e c'é bisogno di creare ponti e frontiere. Saturno contro può essere uno di questi.
Forse i dialoghi non saranno sempre realistici, ma sono icastici e surreali, dicono tanto e li amo molto, l'invenzione linguistica è altrettanto buona e santa della ricerca di una resa realistica. Mi rivedrò il film per segnarmi alcune battute che ho amato particolarmente ma non ho avuto il tempo di mandare a memoria. Mi piace quando Ennio Fantastichini parla con la svampita matrigna di Lorenzo che gli chiede: "E' anche lei uno di quelli, cioé, un gay?" No, risponde lui, ah, fa eco lei. "Sono un frocio, sono all'antica", conclude Fantastichini. Che poi qualcuno ha commentato che Fantastichini non impersonerebbe abbastanza bene un gay, perché, un gay com'è, ha segni di riconoscimento speciale? Il film solleva anche il problema delle coppie di fatto, uno scandalo per quanto mi riguarda, che rende di fatto inattuata l'eguaglianza dei diritti di cittadinanza. E rimanda al problema doloroso dei rapporti tra figli gay e genitori che vivono la situazione come un'onta sociale e personale.
Su un'unica cosa non sono d'accordo, sul fatto che gli amici rappresentino uno zoccolo duro sempre rassicurante proprio per il suo essere sempre uguale, come la frase che apre e chiude il film afferma. Essere amici è vedersi e raccontarsi e sostenersi nel proprio reciproco divenire. Cosa che d'altra parte i personaggi fanno nel film. Caso ha voluto che ad andare a vedere questo film fossimo in tre coppie, ognuna diversa dall'altra per composizione. Tutti abbiamo concordato che se il film è bello è merito dell'ottima direzione del regista più che dei contributi dei singoli attori.
Per la cronaca, qualche anno fa ho cominciato a sentire come un limite il fatto di frequentare solo eterosessuali, mi sembrava non corrispondesse al mondo reale in cui vivevo. Poi le cose si sono modificate, un po' per i casi della vita, un po' perché me le sono cercate. Sabato scorso ero in un locale milanese frequentato soprattutto da donne, l'indomani ad intervistare una famiglia egiziana che vive in uno degli appartamenti messi a disposizione da una chiesa. Attraversare mondi, e connettere, semplicemente connettere, come dice Margaret in Casa Howard di Edward Morgan Forster. Eppure troppo spesso ancora i mondi sono separati, e c'é bisogno di creare ponti e frontiere. Saturno contro può essere uno di questi.