E quindi uscimmo a risentir le stelle?
No, non è andata proprio così. Nel senso che ho saputo troppo tardi, cioé ieri, che ieri sera ci sarebbe stato un concerto del Cantar Lontano alla Basilica di San Lorenzo, a posti esauriti. Sono stata più che contenta dei gentilissimi ringraziamenti di Marco Mencoboni al mio post(ino) su Ad Vesperas, ma un invitino, ecco, me lo potevano pure mandare. E comunque R. aveva già deciso che dovevamo andare prima all'aperitivo alle Tre Marie di viale Piave (il mio ultimo amore, bellissimo décor bianconero classico, ottimo barista anche se troppo lampadato, e poi come si può rifiutare di andare in un posto dove ti servono trota affumicata?) e ensuite ad ascoltare undici Contrappunti e Canoni dell'Arte della Fuga per due violini e due violoncelli nella cripta della Chiesa di San Fedele. Inframmezzati da letture da Clemente Rèbora, Thomas Stearn Eliot, Johann Sebastian Bach (meno male che esistono i Gesuiti). Pubblico sobrio e discreto, cosa rara alle manifestazioni culturali milanesi dove tutti si sforzano di mettersi in mostra quanto più possono. Tranne mio marito, che ha cominciato a protestare in maniera un po' troppo vivace per la modalità di lettura dei versi di Rèbora che proprio non gli andava giù. E ho conosciuto anche un simpaticissimo "immobiliarartista", un agente immobiliare che ha prodotto una mucca d'artista e sta cercando di farla esporre insieme alla mostra itinerante delle mucche d'artista. E poi gli piacciono anche i Sigur Ròs, insomma, apprezzabilissimo. Tutto questo per concludere, per chi abbia avuto la pazienza di arrivare fin qui, che Tra il tramonto e l'alba lo si può scaricare dal sito del Cantar Lontano. E che sto traducendo un libro sulla comunicazione che unisce svariate prospettive teoriche offrendo interessanti punti di vista, tra l'altro, sull'interazione tra i sensi e su modalità sensoriali di cui spesso non si è consci. Cosa della quale parlerò prossimamente.