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giovedì 20 settembre 2007

dietro le apparenze


Ieri sono andata a intervistare Marina Litvinenko insieme ad Alex Goldfarb, il dissidente amico di famiglia che ha scritto buona parte del libro "Morte di un dissidente", che in Italia è pubblicato da Longanesi, ed è uscito in Gran Bretagna ad appena sette mesi dalla morte di Aleksandr Litvinenko. Il libro è estremamente interessante per tutta una serie di racconti circostanziati che fanno capire quanto il mondo sia ancora più deteriore della peggiore immagine che se ne possa avere tra traffici sporchi di vario genere e ignoti ai più, soprattutto se, come è vero, due grossi attentati attribuiti ai ceceni, e che hanno fatto centinaia di morti, sono in realtà dovuti ai servizi segreti russi.
Prima di andare, ho letto le interviste a Marina Litvinenko durante il ricovero del marito, dopo la sua morte e in occasione dell'uscita del libro, oltre ai ricordi del loro incontro e del matrimonio. Spesso durante le interviste Marina piangeva, qualche giornalista ha azzardato un gesto di vicinanza umana. Ho visto le foto del marito che hanno fatto il giro del mondo, calvo, svuotato del midollo spinale. E letto ancora della contaminazione di centinaia di persone, di tutta la casa dei Litvinenko, di Marina, del corpo di Aleksandr per i prossimi ventotto anni.
Poi sono andata in albergo, vestita come una Audrey Hepburn con scarpe indiane. Come spesso accade, in questo ambiente ci si abbiglia accuratamente. La traduttrice con il suo twin set marrone e crema, gli orecchini di perle, il medaglione d'argento, il bracciale con i brillanti, il mio collega con il suo completo blu, Marina Litvinenko composta e ineccepibile in blu e argento, Goldfarb in nero, con una maglietta del Sundance festival, in cui un rettangolino rosso si accordava con le stanghette di plastica degli occhiali in montatura d'acciaio, con un effetto cromatico netto e piacevole, accuratissimo e informale. Abbiamo cominciato con una serie di domande caute a Goldfarb, mentre tutta la scena mi comunicava, nella sua compostezza, un'aria di irrealtà, con quell'albergo lindo, i divani bordeaux a motivi di foglie, le sedie in grosse righe colorate, altre poltrone azzurre sullo sfondo, su cui il mio sguardo indugiava, una scena avulsa dal tempo e dal dolore. Prima di cominciare, si parlava con il collega dei treni da Bologna, dove abita, della Fiera del libro d'arte, di registratori e altro, mentre pensavo allo scollamento di tutto questo con i sentimenti delle persone che avevo davanti.
Le ultime domande le abbiamo fatte a Marina. Com'era ora la sua vita, perché aveva deciso di scrivere il libro. Con un senso di pena da parte mia, non riuscivo a guardarla in faccia, non volevo vedere il suo dolore, però l'ho fatto, anche perché lei cercava il mio sguardo. Questa donna si è trovata a lavorare al libro dopo solo un mese dalla morte del marito, costretta a riversare il suo dolore in quelle pagine, e ora non vive che per il figlio. E dopo che il clamore come succede si sarà spento, cosa proverà? Dico quel che provo nel fare quelle domande, il collega mi dice, "io sono più sfacciato". Si fa firmare il libro, lei fa una piega amara con la bocca, io non lo ritengo opportuno. "E ora mi aspetta un'altra intervista", dice il mio collega, e va nell'altra saletta, dove c'è un altro scrittore. Penso alle crudeltà e necessità di questo mestiere, come molti di quelli che fanno sì che le informazioni circolino, e mi interrogo, sull'essere dentro e fuori le cose, e su un modo forse, di vederle da fuori e da dentro.

mercoledì 19 settembre 2007

ramadan mabrouk


Qui per un po' non si riesce a scrivere nulla... e a me pensando al Ramadan il cibo mi è venuto a noia... è magnifico stare a digiuno e sentire il corpo che si disintossica, e perde spessore, diviene meno denso. In Francia, segno eloquente, si diffondono cartoline e cortometraggi virtuali, che si possono visionare qui, e inviare agli amici sul cellulare e per mail.

lunedì 17 settembre 2007

mon interview à Bonnefoy

Qui c'è la mia intervista a Yves Bonnefoy, che tanto mi è piaciuto fare. Avrei voluto che questo breve incontro fosse durato di più, perché Bonnefoy è una di quelle persone che ti danno l'idea che parlare con loro sia altrettanto bello che leggerne l'opera. E visto che ci sono, metto qui un altro estratto da Les planches courbes (trad. italiana Le assi curve, Mondadori).

Ô poésie,
Je ne puis m'empêcher de te nommer
Par ton nom que l'on n'aime plus parmi ceux qui errent
Aujourd'hui dans les ruines de la parole.
Je prends le risque de m'adresser à toi, directement,
Comme dans l'éloquence des époques
Où l'on plaçait, la veille des jours de fête,
Au plus haut des colonnes des grandes salles,
Des guirlandes de feuilles et de fruits.

Je le fais, confiant que la mémoire,
Enseignant ses mots simples à ceux qui cherchent
À faire être le sens malgré l'énigme,
Leur fera déchiffrer, sur ses grandes pages,
Ton nom un et multiple, où bruleront
En silence, un feu clair,
Les serments de leurs doutes et de leurs peurs.
"Regardez, dira–t–elle, dans le seul livre
Qui s'écrive à travers les siècles, voyez croitre
Les signes dans les images. Et les montagnes
Bleuir au lion, pour vous être une terre
Ecoutez la musique qui élucide
De sa flute savante au faite des choses
Le son de la couleur dans ce qui est".

(da Le leurre des mots, p. 130)

film à ne pas rater

  • Come l'ombra, Marina Spada
  • el-Jenna alan, Paradise now, Hany Abu-Assad
  • Il segreto di Esma, Jasmila Zbanic
  • Inland Empire, David Lynch
  • La vita segreta delle parole, Isabelle Coixet
  • Mille miglia lontano, Zhang Ymou
  • Rosetta, Jean-Pierre e Luc Dardenne

letture

  • Amitav Ghosh, circostanze incendiarie, Neri Pozza
  • Aminatta Forna, Le pietre degli avi, Feltrinelli
  • Studio Azzurro. Videoambienti, ambienti sensibili
  • Rick Moody, I rabdomanti, Bompiani
  • Claire Castillon, Veleno, Bompiani
  • Werewere Liking, La memoria amputata, BCD editore
  • Antonio Pascale, La manutenzione degli affetti, Einaudi
  • Simon Ings, Il peso dei numeri, Il Saggiatore

ascolti dalla a alla zebda

  • Aida Nadeem, Out of Baghdad
  • Alessandro Scarlatti, Giovanni Bononcini, "Andate, o miei sospiri"
  • Amine e Hamza M'Rahi, Asfar
  • David Sylvian, Nine horses
  • David Sylvian, tutto
  • Diego Ortiz, Ad Vesperas, Cantar Lontano
  • Domenico Gabrielli, Opera completa per violoncello
  • Emanuela Galli, Gabriele Palomba, Franco Pavan, Languir me fault
  • Eric Truffaz, Mounir Trudi, Face-à-face
  • François Couperin, Leçons de Ténèbres
  • Gianmaria Testa, Extra-muros
  • Henry Purcell, Fantazias, Rose Consort of viols
  • Hildegard von Bingen, Canti estatici
  • J.S. Bach, Soprano Cantatas, Cappella Istropolitana
  • Japan, tutto
  • Marc Antoine Charpentier, Salve Regina
  • Marin Marais, Pièces à deux violes 1686
  • Mario Biondi (essì, Mario Biondi)
  • Paolo Conte, Elegia
  • Ray Lema, Mizila
  • Rose consort of viols, Elizabethan songs and consort music
  • Sonia M'Barek, Tawchih
  • Vengeance du rap tunisien
  • Violent femmes, Violent femmes (purissima goduria)
  • Zebda, Essence ordinaire

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