Considero Michael Cunningham uno degli uomini più belli che abbia mai incontrato. Quando mi dice "my dear, it's a pleasure" con quella sua voce profondissima e vibrante, di solito una parte di me si scioglie sul suolo circostante, e io vado in sollucchero. Cose da femmine, cose che capitano, siamo tutti umani. Qualcuno mi dice di lui che è un "furbo", uno che gioca nei suoi romanzi cercando l'effetto di seduzione del lettore. A me le sue storie piacciono quasi tutte, raccontano vite del mondo queer, finestre su altre identità, altre quotidianità, che dicono quanto sia più vario e ricco il mondo rispetto a sfere chiuse eterosessuali che avocano per sé la "normalità" sociale, che tristezza, e che mondo limitato, punizione in fondo sufficiente per chi la pensa così. Qui la mia intervista a Cunningham per "Il Mattino", di cui mi assicurano che il sito funziona ancora ma che dalla p.p. io non riesco più a captare da svariate settimane. Sono contenta, come raramente accade sono riuscita a far circolare dei messaggi a cui tenevo molto. Mi piace il titolo che ha dato "Il Mattino", recuperato sul sito di Cinemagay, e il fatto di essere ripresa ancora una volta in un sito gay mi gratifica particolarmente. E l'augurio di pace che Michael mi ha fatto io lo trasmetto a voi che passate, in circolo, come è bello fare per i doni. (Alcuni dettagli della foto: il cubetto di vetro è stato comprato all'Espace Sadika, un atelier di Gammarth noto per la lavorazione del vetro soffiato. L'inchiostro verde della dedica appartiene alla mia penna).
Alla Milanesiana, che quest’anno è dedicata ai “Conflitti dell’Assoluto”, lei ha portato un intervento sulla letteratura come “nemico dell’Assoluto”.
Io sono contrario all’assoluto. Temo che le persone che vivono in una qualsiasi verità assoluta possano distruggere il mondo, si tratti di religiosi o politici. Basta guardare a George Bush, ai Talebani. Per questo ho deciso di parlare alla Milanesiana di come l’assoluto sia un pericolo terribile per il mondo, e che uno dei compiti di uno scrittore è, raccontando storie, ricordare che non esistono verità assolute, che esistono solo persone che vivono le loro vite. E penso che l’arte in generale esista per contraddire dogmi, dottrine e chiunque insista nell’affermare che esiste un’unica moralità, una sola verità.
Uno dei principali e più recenti dibattiti sulla letteratura in Italia si è svolto intorno all’opportunità di una sua stretta relazione con la realtà, e se questa sia preferibile all’invenzione pura.
Non penso che dobbiamo fare una scelta. Penso che vi siano nuovi romanzi assolutamente realistici che trovo magnifici, così come romanzi che sono totalmente frutto della fantasia. Penso che alla fine ogni romanzo dica una sua verità sulla vita. Credo che chi legge solo un tipo di libri perda qualcosa.
Qual’è la situazione attuale negli Stati Uniti?
Gli Stati Uniti hanno attraversato un periodo terribile, non solo per il paese ma anche per il mondo. Questa guerra impossibile in Iraq continua, gli Stati Uniti continuano a inquinare l’ambiente nel mondo intero. Spero che stiamo per vederne la fine, che le elezioni di novembre apporteranno un grande cambiamento, e che si possano riparare alcuni dei danni degli ultimi anni.
Lei è stato per anni un attivo sostenitore di Act up, l’associazione per la lotta all’Aids.
Non faccio più parte di Act up. Ma per molti anni ho tentato con loro di risvegliare le coscienze su questo problema, nel periodo della presidenza di Reagan e poi di Bush. Queste due persone non hanno mai parlato di Aids in pubblico, le case farmaceutiche procedevano molto lentamente nella ricerca, e noi facevamo quello che potevamo per attrarre l’attenzione su quanto stava succedendo. Ora, con i farmaci retrovirali, le persone non muoiono solo se hanno abbastanza soldi per comprare le medicine. Se si è poveri, non c’è niente da fare. Attualmente lavoro per consegnare pasti per una mensa, non si tratta di un atto politico, per me ora è il modo migliore di donare una parte del mio tempo.
Non so se è a conoscenza dello status giuridico dei gay in Italia, e delle lunghe polemiche intorno al tentativo di introdurre una forma di unione legale, osteggiata dalla Chiesa.
Penso che in Italia ci sia una situazione simile a quella degli Stati Uniti. Da noi ci sono i fondamentalisti, e i politici allo stesso modo hanno paura di perdere voti se supportano i diritti dei gay.
Ma negli Stati Uniti le persone omosessuali possono adottare figli.
Con uno stratagemma, come persone single. Credo che in questo contesto la cosa importante sia amare i propri figli. Non è mica garantito che le cosiddette famiglie “regolari” crescano sempre bene i figli, dipende dai genitori. Le coppie gay non vivono mica in un mondo di soli gay, si circondano di amiche donne in modo da offrire un supporto femminile ai figli. I figli di coppie gay che conosco sono tutti eterosessuali, e noi pensiamo che se cresceremo un figlio che ama le donne e non le odia sarà un gran successo, un uomo profondo e complesso, un grande essere umano.