entropia vs ordine
Certi giorni il carico delle cose che si sovrappongono è arduo da smaltire. Arriva un tipo che telefona per mettersi a inveire contro qualcuno che sembra non lo abbia pagato, e io non riesco a sentire quello che mi racconta un ragazzo dagli ampi occhi verdi un po' vacui, cose confuse di genitori morti, certificato d'invalidità e documenti lasciati in casa, zii che non lo fanno rientrare, e sta lì a parlare di una sua malattia, a chiederti di aiutarti a trovare un posto per dormire, a cercare di manipolarti mettendo in campo disperazione e sofferenza, poi se ne va. E viene D. che alterna momenti di lucidità ad altri in cui si autodistrugge bevendo, chiede di fare una telefonata, ma ha le mani così sporche che il mio collega non glielo consente, e lui uscendo farfuglia che non ha voglia di lavarsi. Poi torna il ragazzo di prima per fare una telefonata a una donna, che poi è la madre e gli ritelefona, e da frammenti di conversazione sembra di capire che lui fugge da una famiglia probabilmente agiata, perché si sente respinto, si rifiuta di farsi curare un probabile disagio psichico, e non capisci quale delle due cose sia la causa primaria, ammesso che. Le sue parole verso la madre sono cariche di rimprovero e rancore, punisce i suoi autodistruggendosi per strada e cercando di farli sentire in colpa. Persone per cui qui non possiamo fare niente, persone che vogliono farsi del male sfuggendo a ogni tentativo di "aggancio", e quanto tempo ci vorrebbe per loro che la società e le strutture non hanno. Poi apri "Repubblica" e ci trovi un tizio che ha ficcato un cacciavite nella tempia al chirurgo che ha operato sua moglie che è morta, e se se ne va lui sono 1200 persone all'anno che non opererà più. Trovi una maestra che ha scritto la punizione sulla guancia di un bambino. Trovi Attilio Bolzoni che classifica Napoli a un passo prima dell'inferno. Meno male che il "Corriere" ha toni più pacati, e nientemeno che Gian Antonio Stella dice che anche in Campania c'è qualcuno che i rifiuti li riesce a smaltire. E ti senti dire da chi ti sta accanto che quello è un altro mondo e che sarebbe meglio dividere l'Italia, e perché dobbiamo pagare per loro, e che se te ne sei andato ti salvi perché significa che come loro non sei. E a niente serve spiegare che la camorra conviene a tutti, che è un sistema globalizzato, e allora pensi ma sì che ben vengano i Saviano se fanno capire che Napoli è solo la facciata visibile di un sistema che fa comodo a tanti, e che nessuno si potrà chiamare fuori dalle responsabilità, dal politico che ha concesso laute consulenze al cittadino che continua a buttare la spazzatura per terra, e che un sistema di inefficienza istituzionale, e di rabbia autodistruttiva, si perpetuano ancora e ancora senza requie. The boy with the thorn in his side, behind the hatred there lies, a murderous desire for love, canta Morrissey in metropolitana. This is an ordinary life, canta una morbida canzone in piscina, mentre gesti precisi e armonici del corpo ricreano un ordine. Se tutto vacilla, forse avrà un senso cercare di tenere i muscoli saldi. Perché la cura di sé non è solo un discorso disciplinante che assoggetta i corpi, ma una responsabilità che si ha nei confronti degli altri. Vorrei dirlo a Remaury, di cui sto leggendo Il gentil sesso debole e i cui primi capitoli mi stanno un po' tediando e un po' indignando per l'asfitticità e la parzialità della sua analisi, tutta teorica.
(La foto: è stata scattata in Tunisia, dove i bravi cittadini depongono ordinatamente i loro sacchettini di spazzatura per strada alle otto di sera, quando agili camionette passano a ritirarli. La fotografia, un altro modo per mettere a posto le cose).