Riflessioni sulle Mgf
La cartina qui accanto traccia l'area di diffusione delle mutilazioni genitali femminili o modificazioni genitali del corpo. La zona gialla indica i paesi dove si pratica l'escissione o ablazione del clitoride, quella rossa le zone di infibulazione, chiusura vaginale quasi totale. Tra il 2005 e il 2006 Lia Lombardi, Lidia Calderoli, Silvia Bianchi, Roberta Sala e io abbiamo lavorato ad una ricerca Ismu sulle Mgf, con contributi teorici e intervistando operatori sanitari lombardi per comprendere come percepiscono e trattano le Mgf. Ne è uscito fuori un lavoro, "Mutilazioni genitali femminili. Riflessioni teoriche e pratiche", curato da Nicola Pasini, che è interamente scaricabile qui, dal sito dell'Ismu, nella sezione delle pubblicazioni dell'Osservatorio Regionale del 2007. Lia ha scritto delle riflessioni su corpo e dominazione di genere, Lidia sulle marcature del corpo, Silvia ha fatto buona parte delle interviste e curato la parte metodologica, io mi sono occupata soprattutto di analizzare le interviste e tirare le conclusioni della ricerca. Era un periodo in cui non stavo bene e avevo lasciato cadere ogni impegno lavorativo, ma questo doveva essere portato a termine e in qualche modo ne è uscito qualcosa di degno, così mi dicono. Spero possa essere utile a qualcuno o a qualcosa. E' uno dei motivi principali per cui faccio ricerca sociale e continuerò a farla finché ne avrò la possibilità. Un altro lavoro molto significativo è stato condotto da Carla Pasquinelli, mia direttrice di dottorato, per incarico dell'Aidos. Alcuni stralci della sua ricerca si possono trovare nel libro accluso al Dvd di "Mooladé" di Ousmane Sembene, edito da Feltrinelli.
14 commenti:
ci ho messo un po' di tempo a trovarlo, ma alla fine son riuscito a scaricarlo (non so se è un problema mio, ma il link che è nel post porta alla home page del sito dell'Ismu)
Sono sicuro che ne sia uscito qualcosa di molto più che degno
un saluto
grazie, francé, ho provveduto ad aggiungere dettagli (mi dimenticavo che l'Ismu linka sempre sulla home page). :-)
Cercherò troverò leggerò...
ciao! mirco
grazie, ma poi non lamentarti con me se lo trovi noioso ;-)
mi date il link
non capisco, il link c'è già...
in questo caso, quello dell'mgf, il relativismo culturale se ne va a farsi benedire!
ma sei tenace! ti ho spiegato che le più recenti interpretazioni del relativismo culturale vanno nel senso della sua contestualizzazione nell'ambito culturale di appartenenza, il che non equivale a relativismo morale ... :-)
Sì sono anch'io molto scoglionato nei confronti di questo governo
A dir il vero non gli ho ancora perdonato l'indulto... sopratutto quello relativo ai reati economici e sul voto di scambio mafioso
Insomma se Previti o vanna Marchi si sono salvati dalla falera o se il famoso Poggiolini vi è uscito è grazie anche al mio voto...
Sic! Buona serata!
Barbara sono andata sul sito. Credo però di aver letto un'introduzione al lavoro svolto. Continuerò a cercare.
Vero è che contestualizzare aiuta a comprendere, (ad aprirsi agli altri, in modo reciproco) e che la comprensione non vuol dire giustificazione. Pratiche come queste non possono essere accolte come forme "culturali", in nome di un valore che penso debba (o dovrebbe) appartenere ad ogni civiltà, in ogni tempo e in ogni luogo, e che andrebbbe ovunque salvaguardato, cioè quello della dignità della persona umana.
lo so meriggio. il problema è d'ordine pratico. Se con alcune (molte) di queste donne cominci a parlare di pratiche barbare e disumane, di mutilazioni e di civiltà arretrate si sentiranno offese e non sarà possibile avviare un dialogo. Anche da parte degli operatori sanitari, il vedere queste donne come vittime e non come soggetti porta poi nella pratica a trattarle come "oggetti" e ad evitare lo scambio comunicativo.
Intanto l'ho scaricato. Poi lo leggerò con calma, che l'argomento mi interessa molto. Ricordo una trasmissione di "Golem", Rai1 ore 8,30 di qualche anno fa (radio). Il conduttore, G.Nicoletti, decise di mandare in onda due ultimi interminabili e agghiaccianti minuti di urla senza commento. Una bambina infibulata. Terapia d'urto. Scelta difficile, che condivisi.
certo calma, e come volevi leggerlo? :-D
scherzi a parte, non condivido la scelta di parlare di infibulazione in termini che fanno appello alle nostre reazioni più immediate e istintive, soprattutto in ambito di formazione del personale sanitario o che lavora con i migranti. E'una questione molto delicata che va affrontata con la massima calma, che non vuol dire mancanza di compartecipazione ed empatia.
acc, Yzma, ogni tanto scopro un tuo commento sfuggito al mi osistema di allarme mail, lo siento!! grazie, grazie!!!
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