il pensiero come una casa
Mentre mi concedo un'insalatina con aceto di riso, chèvre, pane di segale, marmellata al limone e coriandolo, leggo questo articolo di Nadia Fusini, "Cosa faceva Freud alle donne", uscito il 28 giugno su Repubblica. Dove si parla di un libro di Lisa Appignanesi e John Forrester, Sigmund Freud e le sue donne, La Tartaruga, in cui si tratta in modo piuttosto concreto, sembra, dei rapporti tra Freud e le sue prime amiche e allieve, tra cui la figlia Anna. Dei legami intellettuali e affettivi forti, ma anche di filiazione/potere, di Freud con Sabine Spielrein, Helene Deutsch, a cui il fondatore della psicoanalisi invia dopo pochi mesi di analisi casi complessi, Lou Andreas Salomé dalle molte relazioni sentimentali tra cui quella con Nietzsche, delle pazienti con cui Freud instaura legami di rapida amicizia. Anna Freud che si lega ad una ereditiera americana, prende in tutti i sensi in cura i figli di lei, con esiti funesti.
Tuttavia Nadia Fusini spinge a guardare a queste donne, "un insieme di creature tutte molto interessanti, "nel pensiero, nel modo libero, in cui, con Freud e dopo Freud, continueranno a lavorare...", cercando di sfondare il muro di silenzio che circonda il sesso, di liberare le persone dalla repressione. Ideale svanito, tira amaramente le fila Fusini, nel "vantaggio del piacere conformista".
Ma proprio a ragione di questo, tantopiù queste donne costituiscono un modello esemplare, vite nel cui significato, pensiero, nelle azioni immergersi: " (...) Meditare sulla vita di eroine che si sono battute a ragione o a torto per liberare la verità del sesso fa bene alla salute mentale. specie per chi non ha altri altari su cui pregare". E conclude: "In più, tutte queste donne manifestano un modo di relazione all'altro esemplare per attenzione, amicizia, ascolto. Sì, tutte le donne di Freud, avendo intrapreso la strada della psicoanalisi come professione e missione, nel pensiero e nell'atto testimoniano che si potrebbe arrivare a pensare al mondo come a una casa. E al pensiero medesimo come una terapia contro lo sradicamento e la perdita di mondo. Che sia questo essere donne? Freudiane, o meno ?"
16 commenti:
Attenzione, amicizia, ascolto e, aggiungo, "abitabilità" mentale, emotiva, fisica (non so dirlo meglio). Già, sono caratteristiche che mi viene spontaneo (ma forse illusoriamente) collegare a una donna. Mi piacerebbe anche poter sostituire, o meglio, affiancare, al termine "pensiero" il termine "corpo" (nella bella frase in corsivo a fine post) ma è impossibile, vieni fraintesa in due secondi e richiamata all'ordine.
un commento molto preciso e fine, Ilaria, che apre nuovi spazi nella riflessione già fatta. "Abitabilità" come ospitalità, suppongo. E anche abitare il proprio corpo, prenderne pieno possesso così come il pensiero, senza essere giudicate a partire dallo sguardo del "padre", della "norma" che nell'articolo era Freud, indipendenti dunque. Se io non ritengo che l'abitare il pensiero sia una modalità specificamente femminile, e credo che questi modelli debbano essere esemplari senza distinzioni di genere, purtroppo il collegamento tra donne e pensiero non costituisce certo uno dei modelli più diffusi e ambiti, e senza questo sono destinati ad avere una portata ridotta anche le altre qualità. molte riflessioni mi sono scaturite dal tuo commento, grazie.
Mi sembra che la Fusini stia scrivendo la prematura apologia di una battaglia tutt'altro che persa.
Penso che i problemi di uomini e donne "senzienti" non possano che coincidere. D
sì, qualche "combattente" o "resistente" c'è :), ma purtroppo mi sembra, ripeto, che i modelli dominanti e vincenti per le donne siano ancora altri. Poi non sono d'accordo con l'avocazione esclusiva di caratteristiche di genere, in questo come altri casi, e qui mi ripeto ancora. un abbraccio (mi sto ascoltando una musica magnifica in filodiffusione)...
accidenti, non mi posso staccare dal pc finché ci sarà juan del encina in filo diretto da savall. giuro che me lo vado a prendere a largo mahler...
Sì, sono d'accordo anch'io con Dec. e con te, anch'io sono contro le rigide distinzioni di genere... anche perché già i "modelli dominanti" sono parecchio potenti, se poi anche tra "resistenti" ci sentiamo irriducibilmente diversi, è la fine.
Per di più in tutto il mio percorso universitario mi è stata fatta una testa così sulle differenze di genere, gli women studies, la cura eccetera (non so se sia così asfissiante ovunque la cosa, a Bologna lo è; pensiero unico) al punto che per un certo periodo mi sono ritrovata a essere decisamente misogina! ;-)
che bello, Ilaria. io ho ancora parecchie letture da fare in quel campo. Ho più che altro una "specializzazione" sulla relazione tra spazio e genere, sia teorica che di campo, e le mie osservazioni si basano molto (ahimé) sull'esperienza filtrata dalle nozioni.
I women's studies sono belli, bisogna saperli integrare con l'esperienza e lo spirito critico. Poi io non ragiono per dicotomie di genere, le persone che lo fanno dimenticano che non ci sono solo uomini e donne eterosesuali, e tra questi due poli ci sono tanti di quei diversi modi di vivere, di pensare... Braidotti, accidenti, mi aspetta da tempo...
Questo è essere esseri umani!
nella realtà o nell'ideale, nel fare dei pochi o dei molti, stf?
e grazie per essere passati di qui!!!!!!!!!!!
Che sia questo anche essere uomini, Mensch, esseri umani?
Ho pensato, leggendo, la stessa cosa di stf, e non so dire se nella realtà o nell'ideale, nel fare dei pochi o dei molti.
aitan, anche per me questo significa essere umani, poi conosco anche persone che
queste cose non le praticano, e questo è quanto posso dire.
a proposito, visto che vai in giro, smaltita la febbre? :)
adoro lo chèvre e i formaggi francesi in genere. una delle poche cose che produciamo anche noi, su cui non sono una nazionalista alimentare :-) sui vini sono tremendina invece, e sul miele ... razzista :-D giuro che farà ridere, ma se leggo "mieli extracomunitari" sto un po' male :-)
Carolina
Si dovrebbe essere capaci di avvicinarsi con fiducia e capacità di abbandono alla carne e alle ossa degli altri esseri umani, con tutte le loro imperfezioni, perché l'unica condizione umana è l'imperfezione.
Questo, secondo me è essere donne che vivono nel mondo come una casa.
Yzma
carolina, anche io sui mieli sono rigorosa, ma quello della selva lacandona è sublime, e ammattisco per i vini fruttati francesi :)
Yzma, purtroppo a mio avviso la gente spesso giudica, senza tentare di capire. Ho una visione pessimista, lo so, per quanto sia circondata da felici esempi di umanità, che considero però un'oasi protettiva.
L'ascolto non è cosa facile, io faccio quel che posso, e talvolta mi ci perdo. Potrei passare le ore a ascoltare le persone.
dimenticavo, miaokissssssssssssslck :)
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