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mercoledì 2 maggio 2007

ritratti # 1







Ieri sono andata a vedere due mostre fotografiche al Forma, la galleria di Contrasto che ha aperto da non molto tempo a Milano, a Piazza Tito Lucrezio Caro, un piccolo quadrato raccolto e quieto impreziosito da un crocchio centrale di alberi centenari e frondosi, cosa rara a incontrarsi. Sembra una sorta di immersione in un tempo altro, anche a causa della presenza di un vecchio deposito Atm, una cui parte ospita proprio il Forma, e poi di rigattieri e negozi che vendono oggetti rari e desueti. Si respira un altro ritmo, rallentato, propizio dunque alla concentrazione richiesta dalla visita a una mostra fotografica, che spesso, quasi sempre, è immersione in un tempo e nei suoi ritmi.
La prima mostra che ho visitato era una personale di Elliott Erwitt, "Io e gli altri", una galleria di autoritratti e ritratti altrui intelligentemente pensata in contrasto concettuale con l'altra, "Faccia a faccia", stavolta una collettiva (e oggetto del prossimo post). Entrambe saranno visitabili fino al 17 giugno.
Mi è venuto da pensare questo vedendo la mostra, prevalentemente composta di ritratti di personaggi entrati nella storia. Oltre alle foto carpite dalla cartella stampa, vi erano ritratti di Marlene Dietrich, Jaqueline Kennedy in gramaglie da vedova, John Kennedy nella sua stanza ovale, Fidel Castro, Che Guevara, Marlon Brando sul set di "Fronte del porto", il laido Henry Kissinger. La foto che più mi ha incantata è quella di Simone de Beauvoir, vestita di scuro, volto dal taglio preciso e dall'espressione sobria, austera, intenta, ma presente, circondata da alcuni oggetti poggiati su di un tavolino su cui poneva la mano, l'altra in grembo, alla sua destra una balaustra di una scala in legno. I capelli, tesi e legati indietro. Un ritratto che a me dava l'idea della temperie interiore che può animare una mente che pensa intellettualmente, nel senso dell'impegno del pensiero in funzione collettiva.
Quasi tutte le foto sono documenti storici. E documenti sociali, anche quando ritraggono sconosciuti, ma la località in cui sono scattate, i dettagli sullo sfondo, ne rivelano il posizionamento sociale.
E' sempre sorprendente vedere in volto lo sguardo di chi è dietro la macchina fotografica. Elliott Erwitt, classe 1928, è nato a Parigi con il nome di Elio Romano, e ha passato la sua infanzia a Milano, per poi andare a New York, indi a Los Angeles, infine di nuovo a New York, dove l'incontro con Robert Capa ha segnato la sua vita, come quella di altri fotografi Magnum. Aria scanzonata da giovane, gran massa di capelli a spazzola ritti in testa, l'aria di chi non prende troppo sul serio né se stesso né gli altri, oggi Elliott Erwitt ha l'aria quieta di un anziano signore qualsiasi in pensione, grossi occhiali dalla montatura metallica, se non fosse per quel sorrisino e quel brillìo quasi impercepibile nello sguardo. I ritratti e autoritratti di Erwitt sono quasi sempre con buffi parrucconi, quasi che non volesse farsi troppo sacralizzare. Erwitt é consapevole che la foto è un furto, che infastidisce le persone, e allora ruba rapidamente, in modo che i suoi soggetti non se ne accorgano. Portare le vite degli altri in pubblico è sempre una questione delicata, ma vi è chi agisce spinto dall'insopprimibile esigenza di farlo. Un atto rispettoso/irrispettoso di sottrazione consapevole e sovente contrita è il tributo pagato da chi agisce ed è agito dall'impulso di raccontare le vite degli altri.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissimo il clown con la canon....
spalluzza

barbara68 ha detto...

chérie, ovviamente è erwitt, fantastico vero?

Anonimo ha detto...

Vicino e irraggiungibile.Non a caso le foto/ricordo.Chissà perchè la complessità del bianco e nero intriga così.Ma...
ti avevo scritto questo da Mel..

Anonimo ha detto...

...forse il b/n è più prossimo all'erotismo eretico della scultura (a partire da Pigmalione)e dall'equivoco della statuaria ellenistica(che era colorata!).Scale di grigi,una palestra per le ombre.ecc.
dal Pc a casa funzia!ciao,
Decano

barbara68 ha detto...

allora sei riuscito ad avere la meglio sul sistema dei commenti di blogspot :-)
già, il tempo è vicino e inafferrabile, e il bianco e nero rivela le linee, a mio avviso, mentre con il colore sono le forme che risaltano (ma dico una banalità)
grazie per la visita :-)

barbara68 ha detto...

gli ultimi due commenti si sono sovrapposti e sfasati, il mio era in risposta al tuo primo. Se continui così diventerò dipendente dai tuoi commenti, sono un pregiato materiale di riflessione :-)))

Anonimo ha detto...

il clown è fantastico, ma la donna che compare nella prima foto ha qualcosa che incanta...
quante cose vorrei fare a Milano...

meriggio ha detto...

La prima è Simone de Beauvoir, vero?
Bella mostra.

meriggio ha detto...

Lo dici anche nel post, pardon. :-))

barbara68 ha detto...

meriggio e nadezhda, non a caso Simone è in cima alla lista :-)

nad, ho un fitto programma di tour culturali, non fosse che per ammortizzarmi la quota di iscrizione all'albo dei giornalisti :-)accodati se vuoi...

Anonimo ha detto...

penso che il bianco e nero sia di grande essenzialità. non so è come se le espressioni,i gesti, i contesti siano più reali e concreti anche se il mondo in realtà è a colori.
spalluzza

barbara68 ha detto...

poiché il colore esalta la forma e attira lo sguardo verso la superficie, per ottenere altrettanta essenzialità a mio avviso si debbono includere pochissimi oggetti nell'inquadratura, o addirittura dettagli. il colore però è rivelatore di dinamicità, movimento (non so, sono cose che mi viene da pensare ora).

Anonimo ha detto...

ritmo, rallentato, propizio alla concentrazione richiesta dalla visita a una mostra fotografica, che spesso, quasi sempre, è immersione in un tempo e nei suoi ritmi

che bella questa osservazione :))
Yzma

barbara68 ha detto...

Yz, è bello utilizzare ogni tanto questo mezzo per uscire dal proprio tempo, sconfinarne, e poi soprattutto i ritmi milanesi sono sfibranti.

Anonimo ha detto...

O.T. Volevamo scriverti una mail, ma non troviamo il tuo indirizzo. Visto il tuo ultimo commento sul nostro blog, ti copiamo la mail che abbiamo inviato ai soci del "Collettivo Antonto". Se vuoi partecipare, sei la benvenuta.

Cari amici del Collettivo Antonto,
nell'attesa della liberazione del nostro figlioccio, noi intanto lo commemoriamo.
Sabato 12 maggio, infatti, vorremmo presentare un intervento al Litcamp (http://barcamp.org/LitCamp) sugli Z-bloggers (guardate qui, per esempio: http://www.sw4n.net/2007/05/02/z-blog-awards-1/) e sul nostro Z(ero)-blogger del cuore, l’Antonto suddetto, per l’appunto. Chiunque abbia idee e voglia partecipare anche solo a distanza ce le può scrivere via mail. Stasera stiliamo una scaletta e cerchiamo di svilupparla al più presto.
Ciao.
Vostri disperati,
Nick&Name

barbara68 ha detto...

ora sono un po' stanca perché di ritorno da un radono di antonti minori.... ci penso su mentre la fase rem porta consiglio e vi fo sapere. almeno un passaggio lo vorrei fare.

Anonimo ha detto...

Va bene. Buon riposo!

Anonimo ha detto...

E' strano ma in fotografia il bianco e nero...
è l'unica possibilità per raccontare i colori....!
Buon fine settimana!!!

barbara68 ha detto...

ma mi sembra così chiaro mirco, trattasi di ciclope tripode e anche un tantino vanesio. :-))
a proposito, mi si è rotto di nuovo il computer, è un periodo di tecnosfiga nera, ti spiacerebbe se passi da padova accendere una caldelora per me e lasciare un ex voto a forma di chip grazie?

colori? sfumature direi, quelle dell'anima, dei sensi, dei sentimenti e dei momenti...
rilassati tra i prati :-)))

film à ne pas rater

  • Come l'ombra, Marina Spada
  • el-Jenna alan, Paradise now, Hany Abu-Assad
  • Il segreto di Esma, Jasmila Zbanic
  • Inland Empire, David Lynch
  • La vita segreta delle parole, Isabelle Coixet
  • Mille miglia lontano, Zhang Ymou
  • Rosetta, Jean-Pierre e Luc Dardenne

letture

  • Amitav Ghosh, circostanze incendiarie, Neri Pozza
  • Aminatta Forna, Le pietre degli avi, Feltrinelli
  • Studio Azzurro. Videoambienti, ambienti sensibili
  • Rick Moody, I rabdomanti, Bompiani
  • Claire Castillon, Veleno, Bompiani
  • Werewere Liking, La memoria amputata, BCD editore
  • Antonio Pascale, La manutenzione degli affetti, Einaudi
  • Simon Ings, Il peso dei numeri, Il Saggiatore

ascolti dalla a alla zebda

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  • Alessandro Scarlatti, Giovanni Bononcini, "Andate, o miei sospiri"
  • Amine e Hamza M'Rahi, Asfar
  • David Sylvian, Nine horses
  • David Sylvian, tutto
  • Diego Ortiz, Ad Vesperas, Cantar Lontano
  • Domenico Gabrielli, Opera completa per violoncello
  • Emanuela Galli, Gabriele Palomba, Franco Pavan, Languir me fault
  • Eric Truffaz, Mounir Trudi, Face-à-face
  • François Couperin, Leçons de Ténèbres
  • Gianmaria Testa, Extra-muros
  • Henry Purcell, Fantazias, Rose Consort of viols
  • Hildegard von Bingen, Canti estatici
  • J.S. Bach, Soprano Cantatas, Cappella Istropolitana
  • Japan, tutto
  • Marc Antoine Charpentier, Salve Regina
  • Marin Marais, Pièces à deux violes 1686
  • Mario Biondi (essì, Mario Biondi)
  • Paolo Conte, Elegia
  • Ray Lema, Mizila
  • Rose consort of viols, Elizabethan songs and consort music
  • Sonia M'Barek, Tawchih
  • Vengeance du rap tunisien
  • Violent femmes, Violent femmes (purissima goduria)
  • Zebda, Essence ordinaire

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